“Chi parte veramente, parte con l’idea di non tornare mai più.”
L’idea del romanzo
Il libro nasce con l’idea di poter raccontare una storia, ispirata a quegli uomini coraggiosi, i quali ci hanno lasciato, come molti altri migranti del secolo scorso, dei diari di viaggio fonti di grande ispirazione. Il protagonista del romanzo identifica l’uomo esploratore, colui il quale è andato alla ricerca di fortuna in un Paese completamente sconosciuto, lontano dalla sua terra e senza sapere se sarebbe tornato.
I protagonisti sono l’incarnazione letteraria di tutti gli emigranti dell’epoca, rappresentano quindi il coraggio e l’intraprendenza di molti uomini apparentemente ordinari che hanno avuto vite straordinarie e che, perseguendo un sogno, hanno realizzato molto più di ciò che forse si sarebbero aspettati.
Questo libro va oltre la Storia in sé, parla di emozioni vere, di esperienze impensabili per l’epoca, così lontane dal nostro tempo; è una storia di emigrazione, di sentimenti, di amicizia e di amore. Sono presenti quei valori che dovrebbero essere saldi nella vita degli esseri umani: le radici, la fiducia, il rispetto.
Perché leggere LA LUCE DELL’EQUATORE
“I flussi migratori in Africa occidentale raccontati ai giovani”
1. Perché per molto tempo l’Africa è stata considerata come il “continente lontano”, di solito dipinta con scenari di guerre, carestie, miseria e malattia. Oggi però quel continente riguarderà sempre di più le generazioni future inserite in dinamiche globali, flussi migratori e interessi crescenti legati alla sicurezza e all’economia mondiale.
2. Perché è importante che le nuove generazioni crescano più informate, consapevoli e libere da limitanti luoghi comuni, che tendono a intrappolare popoli e culture o luoghi della Terra: l’Africa è purtroppo ancora oggi vittima di un’informazione sbagliata, limitante, stereotipata e imbrigliata nell’immaginario collettivo di un luogo lontano, esotico e primitivo.
3. Perché in un’epoca di informazioni di massa, come la nostra, diventa infatti veramente difficile districarsi tra informazioni vere, false o distorte e il rischio che i ragazzi crescano con la mente imbevuta di preconcetti errati, veicolati ad arte dai media o dalla propaganda, è reale.
4. Perché la scuola ha un’enorme responsabilità per fare di tutto per promuovere una mentalità inclusiva, matura, interculturale e proiettata al futuro.
5. Perché uno degli obiettivi del libro è quello di scardinare i luoghi comuni e vecchi cliché non più adeguati, offrendo un punto di vista più ampio e articolato sul continente africano, nonché in tale contesto configurare discussioni e dibattiti reali inerenti la multiculturalità, emblema ormai della nostra società, sempre più pluralista.
6. Perché è compito della scuola dare risposte a domande che oggi affliggono molti degli adolescenti. Chi sono io? Chi sono gli altri? Che ruolo ho nella società? Cosa è normale?Come posso convivere con il diverso da me? Possiamo vivere tutti insieme anche se siamo tutti diversi?
In questa ottica il libro risulta molto utile per orientarsi in un presente che è strettamente legato a un passato che non è poi così lontano.
Premesso tutto questo, anche perché ce lo chiede l’Agenda 2030.
Le disuguaglianze globali sono molto ampie e rappresentano uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo sostenibile e alla lotta contro la povertà. Negli ultimi anni in molti Paesi le disuguaglianze sono aumentate. Esse limitano le possibilità di alcuni settori della società di partecipare alla vita sociale, culturale, politica ed economica e di apportare un contributo utile.
10.2: Entro il 2030, potenziare e promuovere l’inclusione sociale, economica e politica di tutti, a prescindere da età, sesso, disabilità, razza, etnia, origine, religione, stato economico o altro
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