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La vicenda di un gruppo di impiegati presso un ufficio postale di Angers tra il 1967 e il 1968, narrata da un “personaggio” molto particolare: la Stanza 7, alias Ufficio Lettere Perdute dove lavorano questi impiegati allo scopo di consegnare lettere prive di mittente o destinatario. Come se avesse una coscienza propria, l’Ufficio fa da voce narrante fin dall’arrivo di un nuovo dipendente, il giovane e attraente Febo, giunto dal lontano Canada.
Questi, piuttosto misterioso e vago sul suo passato, ben presto conquista la fiducia dei suoi colleghi iscrivendoli come coro al prossimo concorso canoro che si terrà a Parigi, e intrecciando nel frattempo una relazione con l’affascinante Annie.
Si sussegue una serie di eventi che consolideranno il legame reciproco tra i dipendenti, sotto l’occhio invisibile ma attento dell’Ufficio.
Siamo soliti ripetere “Se queste mura potessero parlare”… e l’autore del manoscritto si avvicina al concetto. Interessante leggere la vicenda dal punto di vista di una cosa inanimata ma senziente, una stanza, muto spettatore del procedere della vita di Febo e dei suoi colleghi attraverso piccoli e grandi eventi. Assiste perché non può fare altro, e nel mentre si pone domande sulla natura umana… fino ad essere sorpreso lui stesso alla fine della storia, alla rivelazione del segreto di Febo.
ISBN | 9788832195712 |
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Genere | Narrativa |
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Stefano Mondini nato a Roma nel 1960. Inizia la sua carriera artistica nel 1979, dal 1984 diventa doppiatore tra i tanti personaggi ai quali ha dato la voce Richard Webber di Grey’s Anatomy, Mike Ehrmantraut di Breaking Bad e Better Call Saul, il preside Skinner e Barney de I Simpson e tantissimi altri. Autore e regista di diversi lavori teatrali.
“Ufficio Lettere Perdute” è il suo terzo romanzo.
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La voglia, più o meno consapevole, di comprendere ciò che manca nella loro vita, conduce Anna, Nunzia e Raffaella, per motivi diversi, ad appassionarsi ai Balcani e a incontrarsi proprio lì.
Anno 2246. La Terra si trova sull’orlo del baratro climatico e demografico e l’arrivo di spietati e sanguinari invasori extraterrestri, i Badb, sembra essere il colpo finale per il pianeta. Contro ogni aspettativa, questo attacco proveniente dal profondo dell’Universo rinsalda lo spirito dei terrestri che, facendo fronte comune, riescono a resistere e ribattere colpo su colpo.
Dopo ulteriori quattro secoli di guerra e oltre sette miliardi di morti, uno sconosciuto impiegato del Dipartimento della Guerra tenta di ribellarsi a quel conflitto lontano e pulito, insinuatosi ormai nel tessuto sociale fino a diventarne parte. Troverà le risposte che cercava, ma saranno peggiori del suo più terribile incubo.
Andrà tutto bene: un mantra che continuavo a ripetermi nella testa, tutti i giorni, più volte al giorno. Ma non ci credevo più nemmeno io.
Stefano è pronto per uscire, rasato di fresco, abito blu e addirittura un papillon in tinta, si avvia deciso ed euforico verso il giorno più importante della sua vita.
Un incontro inaspettato però devierà il corso del suo destino. Chi è quella donna? Come sapeva dove trovarlo e perché lo fa? Grazie a lei, Stefano comincia a ripensare a ciò che è successo negli ultimi due anni. A poco a poco la nube di mistero che avvolge quegli eventi inizia a diradarsi e tutto diventa improvvisamente chiaro.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
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