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“Niente di Personale non è un libro.
È uno spettacolo di circo.
È passione. Amicizia. Impegno. Sudore. Coraggio. Empatia. Concentrazione. Entusiasmo. Libertà. Perseveranza. Complicità. Sensibilità. Fiducia. Comprensione. Speranza. Spontaneità. Fragilità.
Lo puoi ascoltare.
Lo puoi guardare.
Lo puoi leggere.
Lo puoi sognare.”
“Ciascuno spettacolo di ciascun personaggio è una lezione di vita. Una cosa meravigliosa. Mi ha fatta commuovere. Ritrovi un po’ di te in un po’ di lei che scrive. Davvero emozionante. Ve lo raccomando vivissimamente.” Roberta, @rbtfly
“Questo libro ti scava dentro e ti tiene incollato ad ogni riga, ogni nota, ogni emozione. Una scrittura scorrevole, piacevole che incanta. Straconsigliato a chi cerca emozioni, a chi cerca risposte, a chi vuole vivere un’avventura fatta di legami, sguardi e parole…” Ilaria, @voltarpagine
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Doriana De Vecchi (Torino, 1981) è poetry slammer, performer, video maker e docente in corsi di fotografia. Ha pubblicato due romanzi: “Fogli sgualciti…”, noir thriller, e “Porta di confine”, noir psicologico e ha partecipato all’antologia “TOnirica” e ottenuto diversi riconoscimenti regionali e nazionali. Organizza mostre, rassegne di audiovisivi ed eventi culturali che uniscono poesia, musica, teatro e fotografia. Condu-autrice degli spettacoli “Idea Loading”, “I colori dell’anima” e “Un treno per l’Africa”, collabora con diversi Collettivi Artistici ed è l’anima di alcuni Caffè Letterari poetici. Crede profondamente che l’arte sia il mezzo capace di restituire al mondo tutta la sua luce e bellezza. Sogn-attrice. Lumin-osa. Cre-attiva.
La tranquillità di un piccolo paese della provincia bresciana viene stravolta da un omicidio inquietante e morboso, l’ultimo di una serie.
Ed è quando l’Interpol si presenta alla porta del distretto di Polizia per reclamare informazioni su quel delitto, che l’ispettore capo Filippo Santacroce viene catapultato in una storia via via più tortuosa.
Si tratta davvero di un killer seriale? L’unica certezza è che l’autore delle macabre opere comunica attraverso rompicapi e tatuaggi. Che anche lui si stia nascondendo da qualcuno? E soprattutto, perché vuole proteggere gli investigatori?
Santacroce si troverà quindi proiettato in una storia al di là del tempo e dell’immaginario, il frutto di una programmazione ben precisa iniziata molto tempo prima. Le indagini apriranno squarci su una realtà terribile, una verità paradossale e inverosimile in cui la morte di povere donne è solo il mezzo per arrivare a qualcosa di molto più complesso.
Per risolvere il caso, Santacroce non solo dovrà fare i conti con l’orrore, ma si troverà costretto a indagare su se stesso, sul suo passato e sulle insicurezze che lo attanagliano. E se questo fosse solo l’inizio?
Sofia è una diciannovenne altoatesina che lavora nel Bed and Breakfast di famiglia e cerca di superare la separazione dei genitori, aiutata dall’inseparabile amica Barbara e dal fidanzato Peter. Erik è un atleta norvegese giunto in Italia per prepararsi ai mondiali di biathlon e compiacere le esigenze di un padre che aveva puntato tutto sul fratello maggiore, ormai impossibilitato, a causa di un terribile incidente stradale, a proseguire la carriera sportiva. Un giorno i due ragazzi si scontrano sulle piste da sci, e la loro vita non sarà più la stessa: non solo dovranno confrontarsi con un sentimento travolgente, con la gelosia e con la paura del futuro, ma anche domandarsi se la vita che stanno conducendo è stata davvero scelta da loro, o da un mondo adulto che si palesa ai loro occhi con tutti i propri limiti.
La suggestiva ambientazione alpina fa da cornice a una storia d’amore dolceamara, nutrita dalle buone intenzioni dei protagonisti e sporcata da un universo di traumi irrisolti, primo fra tutti il bisogno di colmare la sofferenza dei propri genitori, sacrificandosi per loro. Attraverso una serie di riavvicinamenti e separazioni, Erik e Sofia troveranno le risposte alle domande che attagliano uno dei periodi più delicati della vita, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Chi mi ama? Chi mi accoglie? E soprattutto: chi sono io? Cosa desidero davvero?
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
Matteo è un pittore schivo e solitario, con alle spalle un passato di cui non parla volentieri. Vive di lavori saltuari e ha un’unica amica, Claudia, che lo accetta così com’è, senza fare troppe domande.
Stella è un’ostetrica che si è appena lasciata col suo fidanzato e conduce una vita tranquilla e ordinaria. Ha fin da piccola il dono della premonizione e fa sogni e visioni che regolarmente si avverano. Un giorno Matteo la vede mentre cammina per strada nel centro di Modena. Il colpo di fulmine è immediato e lui la segue per cercare di conoscerla.
Ma quello che a prima vista sembra un incontro casuale, si rivela ben presto un preciso disegno del destino, di cui solo uno dei due è in parte consapevole.
Un destino che affonda le sue origini nella Modena del 1630, flagellata dalla peste e dagli orrori della Santa Inquisizione, quando per una donna essere bella e conoscere i poteri delle erbe mediche significava inevitabilmente avere addosso il “marchio del Diavolo” ed essere additata come strega.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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