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“Niente di Personale non è un libro.
È uno spettacolo di circo.
È passione. Amicizia. Impegno. Sudore. Coraggio. Empatia. Concentrazione. Entusiasmo. Libertà. Perseveranza. Complicità. Sensibilità. Fiducia. Comprensione. Speranza. Spontaneità. Fragilità.
Lo puoi ascoltare.
Lo puoi guardare.
Lo puoi leggere.
Lo puoi sognare.”
“Ciascuno spettacolo di ciascun personaggio è una lezione di vita. Una cosa meravigliosa. Mi ha fatta commuovere. Ritrovi un po’ di te in un po’ di lei che scrive. Davvero emozionante. Ve lo raccomando vivissimamente.” Roberta, @rbtfly
“Questo libro ti scava dentro e ti tiene incollato ad ogni riga, ogni nota, ogni emozione. Una scrittura scorrevole, piacevole che incanta. Straconsigliato a chi cerca emozioni, a chi cerca risposte, a chi vuole vivere un’avventura fatta di legami, sguardi e parole…” Ilaria, @voltarpagine
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Doriana De Vecchi (Torino, 1981) è poetry slammer, performer, video maker e docente in corsi di fotografia. Ha pubblicato due romanzi: “Fogli sgualciti…”, noir thriller, e “Porta di confine”, noir psicologico e ha partecipato all’antologia “TOnirica” e ottenuto diversi riconoscimenti regionali e nazionali. Organizza mostre, rassegne di audiovisivi ed eventi culturali che uniscono poesia, musica, teatro e fotografia. Condu-autrice degli spettacoli “Idea Loading”, “I colori dell’anima” e “Un treno per l’Africa”, collabora con diversi Collettivi Artistici ed è l’anima di alcuni Caffè Letterari poetici. Crede profondamente che l’arte sia il mezzo capace di restituire al mondo tutta la sua luce e bellezza. Sogn-attrice. Lumin-osa. Cre-attiva.
Una notte particolare, una notte nella penombra, un locale…
Fabio incontra Barbara e la sua vita cambierà per sempre.
Un segreto da scoprire… Inconfessabile…
Una storia in cui giocare non ha regole e vincere non è l’unico scopo.
Un romanzo erotico/psicologico che vi trascinerà tra le pieghe della coscienza più oscure, in un crescendo di mistero, perversione e passione: fino allo sconvolgente epilogo.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
Giacomo “Jack”Alighieri ha una routine collaudata che non ha alcuna voglia di cambiare, così come non ha voglia di fare molte cose. Giorno dopo giorno la sua vita comincia con la sveglia nel suo bilocale, continua per otto ore in un ufficio e si conclude la sera al BarCellona, tra nostalgici degli anni Ottanta, idraulici amanti del teatro, personaggi muti o solo silenziosi, birra e vino bianco. E narrazioni fantasiose al bancone del bar, che lo vede di volta in volta cantastorie o imbonitore, truffatore della realtà o suo archivista. Avrebbe potuto continuare così per sempre, magari aggiungendo ogni tanto un’uscita con l’amico storico, ma una serie di bigliettini di cartone lasciati sul tavolo della cucina del suo appartamento cambia tutto. Poche parole scritte con una grafia che odora di femmina e di avventura, un luogo e un orario. Un appuntamento con il destino, ma di chi?
Divampa una rivolta in Francia.
Insorgono i nuovi miserabili.
Dalle banlieue al cuore delle città l’urto si propaga. Sconvolge economia, frontiere, finanza e istituzioni. Tremendo il contraccolpo per l’Italia, vertiginoso il tracollo. Lo Stato scalcia, vacilla e schianta nel volgere di un’estate. L’ultima, in tempo di pace.
Sgretolamento, frantumazione, apnea dell’ordinario…
Ma è quando i vincoli sociali si allentano, che affiorano le vite.
Pinti ne afferra sette. Sette traiettorie emblematiche come carte dei tarocchi, allo stesso modo ambigue, irripetibili, contraddittorie. Le mescola in una trama di rimandi e corrispondenze, le accarezza con una scrittura capace di trattenere, da ogni gesto e da ogni pensiero, una particolare luce. Sempre fraterna, a tratti ironica, mai giudicante.
Che sia un viaggio con lo zaino in spalla o una crisi di governo, una guerriglia urbana o una capriola tra le foglie, ogni pagina schiude un orizzonte dov’è lo spazio intimo a scavare nel politico, di fenditura in fenditura, fino a svuotare molte delle parole con cui la civiltà si ostina a raccontare se stessa.
Un romanzo di stirpe nuova, barbarico e delicato.
Una sinfonia picaresca, a strapiombo sul caos.
Una nicchia per creature selvatiche, nell’ora incerta del tramonto.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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