Nostri erano i graffi, i pensieri impuri
che divenivano realtà, tutti gli angoli inesplorati di un corpo che si sarebbero fatti suolo sacro, città abitabili, ruderi accessibili alle nostre dita e alla nostra bocca.
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Come ogni estate, Carolina saluta il mare di Guardia Piemontese per recarsi nei quartieri vecchi di Co-senza, dove abita sua nonna Anna. Ad attenderla non ci sono soltanto i suoi amici di sempre ma anche la persona che, per la priva volta, le farà battere il cuore: Fiore sfoggia una chioma rosa, strimpella una chitarra mezza rotta e indossa un paio di Dr. Martens troppo grandi per i suoi piedi.
I vicoli di Cosenza però, oltre a trattenere l’ossessione e la bramosia di due corpi adolescenti, nascondono un turbamento dalle forme contorte e le tinte oscure.
Un romanzo che indaga gli anni della crescita, le sue bellezze, le contraddizioni e i timori. Un viaggio introspettivo nel realismo magico e nell’adolescenza.
Nostri erano i graffi, i pensieri impuri
che divenivano realtà, tutti gli angoli inesplorati di un corpo che si sarebbero fatti suolo sacro, città abitabili, ruderi accessibili alle nostre dita e alla nostra bocca.
ISBN | 9788832195699 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Ottobre 2023 |
CATEGORIA | Narrativa |
PAGINE | 104 pagine |
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Giulia Savarelli (Castiglion Fiorentino, 1990) è laureata in Lingue presso l’Università di Roma Tre e ha frequentato la scuola di fotografia Csf Adams a Roma. Attualmente vive a Rende (CS). Autrice di vari libri, nel 2017 pubblica il breve racconto Come volersi sul settimanale Oggi.
Un’estate torrida di sole e di incendi.
Ava e Ludovico appaiono, agli occhi di tutti, come una perfetta coppia di innamorati. La loro casa è il punto di ritrovo per la vicina Carrie, i genitori, gli amici, i colleghi universitari, ma nessuno riesce ad immaginare il segreto che si cela oltre la porta della camera degli ospiti. Là giace inerte Giunio, essere dai capelli color rubino e dalla pelle come il latte, prima e unica ossessione dei due giovani amanti.
Speranza è solita cibarsi di ricordi, continua ad aggrapparsi alla disfunzione del suo ventricolo sinistro pur di non vivere appieno il presente. Ogni scusa è buona per non fare i conti con le sue incertezze finché, dopo un violento temporale marzolino, ella non rimarrà incantata da una misteriosa sagoma che sembra vivere dentro le pozzanghere. Lui è Vic, giovane dai vestiti di tenebra e dalla pelle di luna, un ragazzo proprio come tutti gli altri, oppure, la soluzione alla paura corroborante che continua a logorare il cuore di Speranza.
Anna nasce l’11-11-1991 -palindromi il suo nome e la sua data di nascita- in un giorno di San Martino che tutti ricorderanno per la forza impetuosa con cui soffiarono Maestrale e Scirocco: i due venti contrapposti che avvolgono la Sardegna.
Due forze equivalenti e contrastanti, come bene e male, che da quel giorno non la lasceranno mai. Tra miti e leggende della tradizione popolare, stregoneria e Inquisizione, magia bianca e magia nera si snoda la storia di Anna: riuscirà a conciliare gli opposti?
“Nomen omen” è stato finalista al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti 2018 e secondo classificato al premio Città di Siena, sezione Elba book festival.
Quando muore, Ciccitta Lampis lascia la nipote Lia e le figlie Ruth, Ester e Noemi in condizioni economiche difficili. Dopo una lunga riflessione, l’unica soluzione possibile sembra la vendita del numero venti, un edificio lungo la via principale del paese, di proprietà della famiglia da generazioni. Ma l’arrivo di Giorgio Albert da Parigi stravolgerà ogni piano: prima del decesso, Ciccitta ha firmato con lui un contratto di locazione perché possa aprirvi una libreria. La follia del progetto oltraggia tutto il paese: leggono in troppo pochi a Santa Gisa perché possa avere successo.
Sullo sfondo di un piccolo centro del sud ovest sardo, il numero venti si farà crocevia di romanzi e di tradizioni perdute che non solo ricorderanno alle Lampis quanto della loro storia abbiano messo da parte, ma faranno soffiare impetuoso il vento del cambiamento su una comunità che ha dimenticato sé stessa.
A centocinquanta anni dalla nascita di Grazia Deledda, Mezzo giro di velluto omaggia le atmosfere e i personaggi di Canne al vento, raccontando con un tocco di realismo magico il velo sottile che separa la vita e la morte.
La voglia, più o meno consapevole, di comprendere ciò che manca nella loro vita, conduce Anna, Nunzia e Raffaella, per motivi diversi, ad appassionarsi ai Balcani e a incontrarsi proprio lì.
Divampa una rivolta in Francia.
Insorgono i nuovi miserabili.
Dalle banlieue al cuore delle città l’urto si propaga. Sconvolge economia, frontiere, finanza e istituzioni. Tremendo il contraccolpo per l’Italia, vertiginoso il tracollo. Lo Stato scalcia, vacilla e schianta nel volgere di un’estate. L’ultima, in tempo di pace.
Sgretolamento, frantumazione, apnea dell’ordinario…
Ma è quando i vincoli sociali si allentano, che affiorano le vite.
Pinti ne afferra sette. Sette traiettorie emblematiche come carte dei tarocchi, allo stesso modo ambigue, irripetibili, contraddittorie. Le mescola in una trama di rimandi e corrispondenze, le accarezza con una scrittura capace di trattenere, da ogni gesto e da ogni pensiero, una particolare luce. Sempre fraterna, a tratti ironica, mai giudicante.
Che sia un viaggio con lo zaino in spalla o una crisi di governo, una guerriglia urbana o una capriola tra le foglie, ogni pagina schiude un orizzonte dov’è lo spazio intimo a scavare nel politico, di fenditura in fenditura, fino a svuotare molte delle parole con cui la civiltà si ostina a raccontare se stessa.
Un romanzo di stirpe nuova, barbarico e delicato.
Una sinfonia picaresca, a strapiombo sul caos.
Una nicchia per creature selvatiche, nell’ora incerta del tramonto.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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