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Mirco è un ragazzo sveglio e intraprendente. Ha lasciato la sua città, Monza, per andare a studiare a Milano, trovando presto un impiego come tutor. Non ha mai conosciuto suo padre e mai ha sentito il bisogno di farlo, mentre sua madre da quando era adolescente, è ricoverata in un istituto a causa di un disturbo comportamentale che nemmeno i medici riescono a comprendere. Mirco se l’è sempre cavata da solo ma, nonostante questo, ha ricordi felici del suo passato e quando può torna a Monza, per guardare da fuori la casa in cui viveva con sua madre, ormai ridotta a una catapecchia. Un giorno, per caso, conoscerà “ARTEMIS’ CABARET”, un forum online dove aspiranti scrittori si confrontano sulla scrittura, e si mettono in gioco. L’incontro con queste persone sconvolgerà per sempre la sua vita e porterà a galla aspetti del suo passato che credeva di poter dimenticare.
Così, piano piano, ricominciavo a chiudermi in un guscio, che dopo un po’ iniziava a sembrarmi troppo stretto. Come una preda che si rifugia in una tana per stare al sicuro, ma poi inizia a sentirsi soffocare, ad avere nostalgia del sole.
ISBN | 9788832195736 |
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ANNO DI PUBBLICAZIONE | Terza Edizione Dicembre 2023 |
Genere | Narrativa |
Pagine | 56 pagine |
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Diandra Elettra Moscogiuri è attrice, produttrice e sceneggiatrice per Demodami Studios. Inizialmente ballerina, si avvicina alla recitazione per poi spaziare tra teatro, cinema e televisione. È anche scrittrice: Tequila Suicide, Artemis’ Cabaret e L’Uomo di Spine sono i libri pubblicati finora.
Nel 2024 è stata nominata come miglior produttrice al LA Independent Women Film Award per Dead Star.
Siamo a Roma, nella notte tra il 28 e il 29 marzo 2070. Gerardo Sordino, ex poliziotto sulla sessantina, attende con ansia le dieci del mattino, perché a quell’ora la moglie lo verrà a prendere in occasione della sua scarcerazione. Condannato a dieci anni, sta per uscire dopo aver scontato solo metà della pena, perché per una serie di eventi casuali e coincidenze, qualcuno lo ritiene l’unica persona in grado di trovare l’Uomo di Spine, assassino seriale che tutti credevano di aver catturato venticinque anni prima. Che si tratti di un emulatore? Che la persona incolpata nel ’45 fosse innocente? Non saranno questi i soli dubbi di Gerardo, che dovrà affrontare, una volta tornato nel mondo reale, anche i suoi mostri del passato, la sua famiglia dissolta, e il suo desiderio di redenzione.
Gideon Kelta è il ragazzo più fortunato al mondo. Ha una famiglia che lo ama, sicurezza economica, una relazione appagante con un uomo affidabile e una vita sociale stimolante. Questo vivere nella fortuna, però, non gli ha impedito di sviluppare una forte codipendenza dalle persone che ha vicino, in particolare dal suo ragazzo, Timo. Un periodo di crisi tra i due lo porterà a scelte sbaglia-te, in un percorso interiore di declino, in cui affronterà aspetti del proprio essere che ignorava, fin quando la sua vita perfetta non subirà un netto cambiamento che lo porterà anche a conoscere meglio la madre del suo migliore amico Elia, per rendersi conto che nulla era come sembrava.
Anna nasce l’11-11-1991 -palindromi il suo nome e la sua data di nascita- in un giorno di San Martino che tutti ricorderanno per la forza impetuosa con cui soffiarono Maestrale e Scirocco: i due venti contrapposti che avvolgono la Sardegna.
Due forze equivalenti e contrastanti, come bene e male, che da quel giorno non la lasceranno mai. Tra miti e leggende della tradizione popolare, stregoneria e Inquisizione, magia bianca e magia nera si snoda la storia di Anna: riuscirà a conciliare gli opposti?
“Nomen omen” è stato finalista al Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti 2018 e secondo classificato al premio Città di Siena, sezione Elba book festival.
La libreria è piccola, di paese. Ha gli scaffali ricoperti di carta crespa colorata e una sola vetrina, dalla quale entra imperiosa la luce del giorno. Dentro, una scrittrice – Lei – presenta il suo libro, il raggiungimento di un sogno. A guardarla, Emil. Coppola in testa e posa strafottente… o forse no. Perché le parole di Lei gli cadono addosso, dentro. E non può evitare di consegnarle di nascosto le sue, di parole, anche se solo su un biglietto scritto a matita e infilato di nascosto nel libro che la scrittrice porta sempre con sé. Poi, aspetta di vederla uscire e allontanarsi prima di andare a casa e attenderne l’arrivo. Quando entra però non è solo, perché altri sono già arrivati prima di lui. Li conosce bene, ognuno ha un nome e un peso in questa serata calda che sa di teatro. Tati e le sue scarpe col tacco, seduta sulla poltrona di velluto verde che chiede del vino, Nané che pettina una bambolina, Donna Melina e il suo foulard di seta floreale che le nasconde gli anni e la storia. E il Signor Tim, che fuma.
Ma Lei dov’é? Sa che la stanno aspettando? Tra una sigaretta, una Rossana e dell’Amarone servito in un calice, cinque persone attendono la voce di colei che decreterà il loro futuro, chi tra loro potrà restare quella notte e quella dopo ancora.
La verità è che siamo composti da mille strati di noi stessi, stesi e attaccati l’uno all’altro, che mischiano odori, umori, sapori. Siamo il frutto di ciò che ascoltiamo, guardiamo e impariamo dal primo istante di vita, e tutto resta a farne parte, per dare il senso di ciò che mostriamo di essere al mondo.
La tranquillità di un piccolo paese della provincia bresciana viene stravolta da un omicidio inquietante e morboso, l’ultimo di una serie.
Ed è quando l’Interpol si presenta alla porta del distretto di Polizia per reclamare informazioni su quel delitto, che l’ispettore capo Filippo Santacroce viene catapultato in una storia via via più tortuosa.
Si tratta davvero di un killer seriale? L’unica certezza è che l’autore delle macabre opere comunica attraverso rompicapi e tatuaggi. Che anche lui si stia nascondendo da qualcuno? E soprattutto, perché vuole proteggere gli investigatori?
Santacroce si troverà quindi proiettato in una storia al di là del tempo e dell’immaginario, il frutto di una programmazione ben precisa iniziata molto tempo prima. Le indagini apriranno squarci su una realtà terribile, una verità paradossale e inverosimile in cui la morte di povere donne è solo il mezzo per arrivare a qualcosa di molto più complesso.
Per risolvere il caso, Santacroce non solo dovrà fare i conti con l’orrore, ma si troverà costretto a indagare su se stesso, sul suo passato e sulle insicurezze che lo attanagliano. E se questo fosse solo l’inizio?
Il romanzo si sviluppa tra Ispra, il Santuario di Loreto e Milano tra il medioevo e il secondo dopoguerra: un salto temporale di sei secoli che porterà il lettore dalle lotte tra Visconti e Della Torre per il controllo di Milano, fino alla proclamazione del dogma dell’Assunzione da parte di Pio XII.
1276
È l’alba di un giorno d’estate, l’avanguardia dell’esercito visconteo, costituita da settanta cavalieri eretici sopravvissuti alla crociata indetta contro i Catari, ha ormai oltrepassato Ispera. Oltre una vasta palude li attendono i cavalieri dell’Ordine teutonico alleati dei Torriani. Lo scontro sarà molto sanguinoso e si concluderà al tramonto con una sfida mortale.
1950
Sono cambiati i nomi dei luoghi e di quella battaglia non rimangono tracce. Tuttavia, l’Ombra, un uomo misterioso che vive accanto al vecchio cimitero, continua ad aggirarsi tra ciò che rimane dell’antica palude. La sua presenza e il permanere a Ispra di un nucleo “eretico” scatenerà una nuova lotta che – riprendendo quella tra Visconti e Della Torre – coinvolgerà due nuove fazioni di ispresi. A loro si aggiungeranno nuovi alleati milanesi: tra questi alcuni esponenti della ligera, la malavita meneghina.
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PER L’ANNO 2021 LA CASA EDITRICE HA RICEVUTO DALLA REGIONE PIEMONTE CONTRIBUTI DE MINIMIS GIÀ PUBBLICATI SUL REGISTRO NAZIONALE AIUTI DI STATO
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