Gli S.55 Russi

Un aereo italiano che merita un posto di rilievo nella storia dell’aviazione mondiale, rappresentando nel contempo simbolo di un periodo per molti aspetti glorioso della nostra storia aeronautica e della tecnica italiana. Primo vero successo di idrovolante a doppio scafo, quasi avveniristico al momento della sua comparsa, il SIAI S.55 nonostante abbia conquistato una serie incredibile di record e imprese sia nel campo militare che civile, inspiegabilmente non è stato trattato adeguatamente dalla storiografia aeronautica.

Il lavoro di Fabrizio Sanetti è estremamente meritorio, poiché, nonostante le difficoltà nel reperimento della documentazione, porta alla luce una porzione di storia di questo bellissimo velivolo che ben pochi anche tra gli appassionati sono a conoscenza. La vita operativa della manciata di velivoli venduti alla Russia, ha avuto una vita relativamente breve, ma assolutamente degna di nota dal momento che nei vasti cieli della Siberia l’attività degli S.55, sottoposti a climi per i quali non erano stati sicuramente pensati, non fu affatto facile. Fu anche una storia di uomini, che con un misto di dedizione e avventura hanno assicurato collegamenti aerei volando per centinaia di chilometri sulle immense foreste seguendo il corso di fiumi in condizioni estremamente precarie.

Un ringraziamento sincero alla ricerca di Fabrizio Sanetti, che colma un vuoto nella storia di questo iconico velivolo italiano.

Luigino Caliaro
scrittore aeronautico

ISBN

9788832195163

Genere

Saggistica

Pagine

88 pagine

Lingua

italiano, inglese

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Fabrizio Sanetti nasce a Roma nel 1970, da Ruggero e Isolina Paolini. Nel 1972 tutta la famiglia si trasferisce a Bracciano, in quanto i genitori vengono assunti come custodi del Castello Orsini-Odescalchi. Inevitabilmente eredita dal padre l’amore per la Storia, al punto che fin giovanissimo si diverte ad accompagnare turisti italiani e stranieri in visita al Castello, imparando così sul campo anche la lingua inglese e, quasi inconsapevolmente, le migliori tecniche comunicative.

Nel 1990 si diploma Perito Informatico Capotecnico presso l’ITIS Enrico Fermi di Roma e decide di prendersi un anno sabbatico per capire cosa fare da grande. In quel periodo lavora per diversi case cinematografiche, come comparsa e aiuto cameraman, e presso lo studio fotografico di un amico di famiglia, Enrico Aschi, che gli trasmette l’amore per la fotografia e tutti i suoi segreti.

Un’altra sua passione, l’Aeronautica Militare, lo spinge a partecipare al primo concorso utile per allievi sottufficiali, che vince. Nel 1991 è arruolato come Allievo Fotografo del 78° Corso Normale presso la Scuola Sottufficiali dell’Aeronautica Militare di Caserta. Al termine del corso, nel 1992, viene assegnato alla SARVAM di Viterbo, dove trascorre i primi 10 anni della sua carriera.

Nel 2002, mentre si trova in missione in Kosovo, ottiene il trasferimento presso il Museo Storico dell’Areonautica Militare di Vigna di Valle. Qui, da subito, mette a frutto tutto il suo background: tiene visite guidate in italiano e inglese, produce lavori di grafica e video, crea un archivio fotografico storico digitalizzato, fino ad allora inesistente, al quale attingono molti ricercatori e scrittori.

È docente ai corsi di fotografia per la formazione dei nuovi operatori cinematografici dell’Aeronautica Militare presso la SMAM di Viterbo. Nel campo fotografico si è anche specializzato in Aerofotografia e Osservazione Aerea, nell’ambito del trattato internazionale Open Skies, cosa che gli ha consentito di viaggiare per il mondo, in particolare nella Federazione Russa.

Ed è proprio da questo luogo così remoto, la vasta Siberia russa, che Fabrizio ha voluto iniziare la sua produzione letteraria: dopo tantissime collaborazioni con autorevoli scrittori aeronautici di tutto il mondo, Fabrizio Sanetti si cimenta in questa sua Opera Prima dedicata proprio ai velivoli S.55 che la SIAI vendette al governo sovietico nel 1932-33. Una storia poco conosciuta, ricca di spunti interessanti e curiosità.

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