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Siamo numeri sparsi tra le vie di una città. Numeri con una dimensione interiore rappresentata da un universo, meraviglioso e complesso, contrassegnato da una regione oscura che non è mostrata a tutti. In questo nucleo interiore si cela la personalità di ogni numero, definita da una matassa ingarbugliata di fili con colori diversi: sentimenti, emozioni, legami, qualità, capacità ma anche limiti.
Ogni numero è unico, originale, irripetibile e, anche se ha una storia diversa, una cultura diversa, interagisce con tutti gli altri simili nell’equazione della vita.
Di là dall’individuarci in una specifica categoria numerica, il titolo “Nell’universo di un numero primo” denota esattamente tale consapevolezza.
“Matematica e Poesia, secondo Thomas Hill, devono considerarsi parenti stretti in quanto sono entrambe opere d’immaginazione. Green Eyed Vincent affida a questo connubio il suo esordio letterario proponendo, però, una chiave di lettura ben più accattivante. Noi siamo numeri primi. Numeri con una propria dimensione interiore, complessi, difficili da decifrare. Siamo numeri sparsi tra le vie di una città, pronti a mescolarci per creare nuove equazioni in un alternarsi di ordine e caos.” @lella_bookspot
“Questa raccolta poetica unisce mondi, crea una vera e propria equazione della vita in cui tutto l’universo di Green Eyed Vincent converge: i suoi luoghi, in particolare la natia Bagnara Calabra e Torino, sua attuale città di residenza, i suoi autori e cantanti del cuore, le formule matematiche, la natura, i valori civili, i sogni, le ambizioni, le frustrazioni, i pensieri emotivi e le riflessioni razionali. E attraverso questi versi Vincenzo si denuda, si espone, mostra la sua interezza e il suo scarto, i suoi volti in luce e i suoi lati in ombra, nella cornice rassicurante di quella legge matematica della vita che argina il caos con l’ordine e spezza la monotonia dell’ordine con il potere creativo del caos.” Valentina, @unacuveedilibri
Leggi la recensione completa e l’intervista a Vincenzo Scordo qui.
“Nelle poesie di Vincenzo abbiamo un incrocio tra passato e futuro di uomini o città e diverse realtà comunitarie. Anche un oggetto inanimato come un semplice muro nei suoi versi prende vita. La scrittura è molto sentimentale, ma non smielata. Salta molto all’occhio anche il minuzioso e profondo lavoro di ricerca compiuto dall’autore per ogni piccolo dettaglio, niente è lasciato alla superficialità e al caso.” Jessica, @books_in_wonderland88 per @ilsalottodikairos
“Ho apprezzato molto questa silloge per l’originalità dei temi affrontati e del modo in cui se ne parla. Il linguaggio è semplice e musicale a prescindere dall’argomento del componimento. ” Francisca, @pagina_librosa
“Può una equazione coniugarsi con un verso poetico? Può la Scienza avvertire l’”emozione” che il Poeta manifesta attraverso il dispiegarsi dei versi?” Leggi l’analisi di Tito Puntillo qui…
“La parabola di un amore sorto e tramontato non è l’unico tema su cui riflette l’autore Vincenzo Scordo, che piuttosto si espone come individuo-universo, numero primo appunto, con tutte le sue incertezze, la sua finitezza e il suo personale sguardo sul mondo che lo circonda.” Anna, @riverberodiparole
ISBN | 9788832195026 |
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Luogo di pubblicazione | Torino |
Anno di pubblicazione | Maggio 2019 |
Genere | Poesia e racconti personali |
Pagine | 224 pagine |
Rilegatura | Cucito filo refe |
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Green Eyed Vincent, pseudonimo di Vincenzo Scordo, nasce a Reggio Calabria e vive in uno dei quartieri più affascinanti di Torino. Nel suo mondo ingegneristico, non si accontenta della convivenza con equazioni e numeri; il suo carattere poliedrico lo conduce ad amare, soprattutto, il gioco delle parole e la voce delle note. Scrivere è diventata una sua necessità quotidiana così come carezzare le corde di una chitarra mancina. È stato premiato in diversi concorsi di poesia nazionali e, recentemente, è stato uno dei cinque membri di giuria al concorso poetico “Téchne e Poësis”, in ambito prettamente tecnico-scientifico, presso il Politecnico di Torino. Nell’universo di un numero primo è la sua prima opera in versi con la quale firma l’esordio nel mondo artistico-letterario. “Le vie dell’infanzia” è la sua prima composizione resa pubblica, di cui è autore del testo e della musica e con la quale cerca di creare un connubio tra canzone e poesia.
Frammenti di Noia è una raccolta poetica, in cui si riconoscono la forte presenza classica così come elementi di innovazione e rottura con il passato, il tutto in una sinfonia agrodolce e malinconica.
…esiste ancora chi si interroga sul senso e sul ritmo, chi si mette in cerca di una parola che sia in grado di fare luce. Francesco Catalano ha scelto di porsi queste domande attraverso la poesia, ricercando, nel ritmo di un verso piano e narrativo, una tensione descrittiva e insieme moderatamente lirica, capace di restituire un piccolo affresco di una quotidianità disincantata e proiettata verso il confronto con l’altro e con l’altrove…
Tratto dalla prefazione di Federico Carrera
La raccolta di poesie nasce dalla necessità di prendersi una pausa dalla quotidianità frenetica, dal bisogno di un momento per se stessi. Vuole essere un’occasione di un percorso, attraverso i suoi versi e illustrazioni, per guardarsi dentro e ritrovare la primavera che è in ognuno di noi. Un viaggio a bordo di un treno che porta nella propria interiorità alla scoperta dell’amore per gli altri e per se stessi, delle proprie paure, emozioni e sensazioni.
I “Tentativi di vita” di Carrera sono perlopiù tentativi di comprensione di sé e dell’amore, sostanzialmente tra le poche cose che debbano importare non solo a un giovane poeta, ma in generale a un giovane uomo. L’argomento amoroso e quello introspettivo si inseguono attraverso i componimenti della raccolta e si intrecciano continuamente, producendo, nel loro collidere e allontanarsi, un pensiero sulla vita che si fa scrittura, a tratti esuberante nella quantità e in cerca di formule memorabili per un sentire che si colloca fuori dal tempo, in uno spazio nobile ed esclusivo. Se c’è qualcosa che manca, infatti, in questi “Tentativi di vita”, è il fuori da sé, l’incontro-scontro con il mondo esterno. La realtà sociale e il tempo presente sono quasi assenti, a volte rumore di fondo, a volte neppure quello: forse, nel verbalizzarsi di un sentire memorabile, è dato per scontato lo scontento per il tempo dato da vivere…
Tratto dalla prefazione di Marco Bini.
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